Il riso è probabilmente il cereale alimentare per eccellenza, sicuramente il più diffuso ed integrato nell’alimentazione e nel comune approvvigionamento gastronomico del globo, spesso legato all’Oriente ma da svariati secoli coltivato e legato anche a contesti diversi essendo una specie molto duttile in fase ambientale, viene considerato molto prezioso per le proprietà nutritive. Il riso però deve essere sempre cotto in maniera adeguta.
Da tempo infatti è emerso, anzi appare chiaro come una giusta cottura serve a migliorare la digeribilità ma anche debellare potenziali quanto comuni elementi che possono essere estremamente tossici e pericolosi per la nostra salute: il riso crudo fa male, e non va neanche cotto nuovamente o riscaldato, come vedremo nelle prossime righe, anche se godiamo di una buona risposta immunitaria.
La preparazione del riso
La pianta del riso è particolare, coltivata da millenni e considerata una delle più impattanti per la storia umana, fonte di proteine, sali minerali e grassi “buoni”, è a tutti gli effetti un cereale dalle note quanto rinomate proprietà astringenti, antinfiammatorie ma anche e soprattutto in grado di soddisfare il senso della fame, per questo viene consigliato nella maggior parte delle diete.
Sempre però previa cottura, in questo modo riesce a sviluppare delle importanti capacità di disintossicazione delle tossine, ed è elemento importante anche per eliminare gli elementi negativi. Il riso va sempre cotto soprattutto per rimuovere l’eccesso di amido, che è utile ma solo in quantitativi “giusti” (come per la pasta), rispettando i dettami tempistici della cottura.
Cosa succede se lo mangiamo crudo
Crudo è poco digeribile ma è soprattutto un potenziale pericolo per la nostra salute: particolarmente vulnerabile all’azione di un particolare batterio il Bacillus Cereus, responsabile di vari problemi alla digestione e di compromissione della flora batterica, generando nella maggior parte dei casi ad un risposta molto conosciuta da parte del nostro organismo tipica della contaminazione batterica. Il riso crudo può portare a:
- Dolori addominali
- Evacuazioni frequenti e dall’impatto irregolare
- Debolezza e disidratazione
- Influenza, febbre e vomito
Tutti i tipici sintomi dell’intossicazione alimentare. Il riso inoltre proprio a causa di batteri come questo non andrebbe neanche riscaldato più di una volta cotto, perchè questo contribuisce alla nuova affermazione attiva del batterio, per sconfiggerlo è essenziale refrigerarlo entro al massimo due ore dalla cottura e consumato prima possibile.
Il riscaldamento del riso inoltre deve essere a temperature di almeno 60 gradi, così da contrastare l’azione attiva del batterio che può avere un impatto molto negativo sulla nostra salute anche e soprattutto questo può portare a prolungati periodi di intossicazione anche oltre le tradizionali 24 ore che sono generalmente sufficienti per stare meglio.